martedì 16 febbraio 2010

Dossier Formativo e nuova ECM: le responsabilità del professionista


Il Dossier Formativo, un argomento cardine della nuova ECM, è nato al fine di pianificare il programma di formazione dei professionisti sanitari nel corso della propria carriera.

Ogni operatore della sanità si avvarrà di questo strumento per garantire la coerenza tra la formazione ottenuta e gli obiettivi formativi futuri.

Ma andiamo nello specifico, cercando di comprendere al meglio il Dossier Formativo con un’intervista che il Dott. Luigi Conte – Coordinatore della Quarta Sezione Commissione ECM e relatore alla 1° Conferenza Nazionale sulla Formazione Continua in Medicina di Cernobbio sul tema “Obiettivi e Dossier Formativi” – ha rilasciato a GIMBE®

Dott. Conte, come verranno valutati gli obiettivi formativi previsti all’interno del Dossier?

La nuova ECM nasce sul riconoscimento di autonomia e responsabilità del singolo professionista della salute e, pur fissando regole precise, evita di stabilire eccessivi vincoli burocratici , tetti per tipologia di formazione ed elenchi infiniti di obiettivi formativi. La fase sperimentale ha avuto il grande merito di richiamare l’attenzione di professionisti, management e politica sanitaria sulla inderogabile necessità di una educazione continua per garantire livelli di performance dei professionisti sanitari e di tutto il SSN/R di qualità sempre maggiore. Pur nella consapevolezza derivante dai dati della letteratura sulla ridotta incidenza dell’ECM nel miglioramento delle performance dei professionisti, si intende utilizzare il sistema come esperienza e trampolino di lancio verso lo Sviluppo Professionale Continuo che deve diventare il nostro obiettivo futuro.

In sintesi il sistema formativo, dal punto di vista gestionale, non può essere né coercitivo, né oneroso, né estraneo all’autonomia e responsabilità dei professionisti.

In particolare, come da raccomandazioni di tutte le organizzazioni mediche europee va lasciato spazio ai bisogni formativi individuali ed In questa ottica si inserisce il Dossier Formativo individuale e di gruppo . Esso è stato previsto come strumento di programmazione, di rendicontazione e di verifica a livello individuale o di équipe o di gruppo professionale, che si dovrà affiancare agli altri strumenti di pianificazione e valutazione aziendali (Piani formativi aziendali e Rapporti formativi annuali). Il Dossier Formativo diventa un “luogo fisico” dove progettare un percorso di sviluppo professionale in grado di creare un legame tra i bisogni professionali dell’individuo , la “mission” del gruppo e le attese dell’Organizzazione.

Il Dossier Formativo deve far sì che il processo ECM non sia estemporaneo ma sia organizzato e pianificato, contemperando le specificità individuali e professionali con il contesto e gli interessi generali, finalizzati all’assistenza. Queste componenti devono essere integrate nella predisposizione di un DF individuale o di gruppo, su base triennale, la cui coerenza e adeguatezza può essere valutata per gli operatori del SSN (pubblici e convenzionati) nell’ambito dell’azienda in cui lavorano e per i liberi professionisti a livello degli Ordini, Collegi ed Associazioni professionali”( accordo Stato Regioni 1 agosto 2007).

L’adesione e la scelta tra i diversi obiettivi formativi, individuati a livello nazionale con l’apporto delle regioni, rientra nella responsabilità individuale e vanno armonizzati con quelli del gruppo e della organizzazione attraverso i tre seguenti strumenti:

1. Dossier Formativo: individuale (DFI) o di gruppo (DFG);

2. Piano della formazione aziendale (PFA);

3. Rapporto sulla formazione aziendale (RFA).

La valutazione deve avvenire attraverso appositi Audit all’interno delle specifiche articolazioni organizzative aziendali per ciò che riguarda i professionisti dipendenti (es. specifici audit improntati alla “valutazione tra pari” e guidati dai responsabili del gruppo o della struttura o del dipartimento o suo delegato per la formazione), o in appositi Audit professionali presso gli Ordini, i Collegi, le Associazioni, per ciò che riguarda i liberi professionisti.

La verifica periodica deve essere l’espressione dell’autonomia e responsabilità del singolo professionista nei riguardi dell’obbligo etico e deontologico della garanzia della qualità professionale e contribuisce a garantire la tenuta del sistema ECM e la realizzazione della sua mission.

Essa si può articolare nelle seguenti fasi:

- elaborazione iniziale del percorso, rientra nella responsabilità del singolo professionista ed è finalizzata ad individuare gli obiettivi della programmazione individuale in rapporto al proprio profilo professionale, alle aree di competenza da sviluppare e alle caratteristiche dell’attività clinico-asssistenziale svolta

- auto-valutazione annuale: è lo stesso destinatario che valuta l’efficacia del percorso formativo effettuato in termini di competenze acquisite, sviluppate, trasferite nell’ottica di rimodulazione del Dossier Formativo.

- verifica pluriennale di percorso, costituisce un importante momento di confronto e di verifica dell’efficacia e della coerenza interna del Dossier individuale operata all’interno dei gruppi di lavoro o di dipartimento.

In che tempi ritiene che saranno valutabili gli outcome dell’introduzione del Dossier Formativo?

Ritengo che come tutti i progetti culturali di grande respiro e prospettiva i primi risultati valutabili non potranno attendersi prima dei 3-5 anni dall’adozione e diffusione del Dossier Formativo

E’ realistica la sanzione per i professionisti che non adempiono gli obblighi formativi?

L’orientamento è quello di bandire ogni forma di coercizione e sanzione, fermo restando l’obbligo dell’ECM, e preferire il premio rivolgendosi a professionisti maturi che capiscono il dovere etico, deontologico e professionale di dedicare almeno una settimana all’anno al proprio sviluppo professionale. La sanzione può semplicemente essere la valorizzazione di chi si forma costantemente e ne dà evidenza al cittadino e chi non lo fa. In prospettiva si può pensare, a sistema rodato, alla ricertificazione del titolo abilitante all’esercizio professionale quale elemento premiante e discriminante.

Ringraziamo il Dott. Conte per la preziosa intervista, ricordando in sintesi che il Dossier Formativo da un lato definisce il volume dei bisogni formativi di un professionista sanitario ma dall’altro è la base di un sistema più generale di tutela della salute che riguarda ogni cittadino.

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